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Sei qui:Home»Normative»Emissioni industriali: l’Italia non accetta compromessi

Emissioni industriali: l’Italia non accetta compromessi

By Massimiliano Cassinelli3 Mins Read17 Marzo 2023
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Durante il Consiglio Ambiente di Bruxelles, il Ministro Gilberto Pichetto ha criticato la modifica dei livelli di emissioni industriali

Al Consiglio Ambiente di Bruxelles, il Ministro Gilberto Pichetto ha annunciato che l’Italia “non può esprimersi favorevolmente” alla proposta di compromesso della Presidenza svedese sulla modifica della direttiva riguardante le emissioni industriali, il cui campo di applicazione si estende in maniera consistente sulle realtà dell’allevamento.

Nonostante l’apprezzato lavoro di mediazione svolto sul testo, permangono, ha spiegato il Ministro, i “problemi di fattibilità della proposta”, con tre tipi di criticità: sull’impatto per gli allevamenti, in tema di deroghe e sulla tutela della salute umana.

Sul primo punto, “il livello di ambizione rimane eccessivo”, perché “il campo di applicazione aumenterebbe di oltre cinque volte” per il settore degli allevamenti. Altro tema critico è la disciplina del ricorso alle deroghe, i cui criteri “non consentono analisi costi-benefici integrate e non considerano la necessità di coordinare i tempi degli investimenti con i programmi di ambientalizzazione in atto”. Infine, il Ministro ha chiarito in plenaria che “i riferimenti alla salute umana sono confusi e ciò può determinare un’incongrua prevalenza degli aspetti sanitari rispetto a quelli ambientali e una sovrapposizione di altre normative”.

Imballaggi e i rifiuti di imballaggio

Altro punto importante in discussione a Bruxelles era il dibattito orientativo sul Regolamento per il settore degli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. “L’Italia – ha detto Pichetto – è d’accordo con l’adozione di un approccio ambizioso. Riteniamo, allo stesso tempo, che prescrivere metodi e soluzioni valide per tutti gli Stati membri, senza differenze, non sia sempre la soluzione migliore”.

E’ dunque necessario, secondo il Ministro “lasciare agli Stati membri le giuste flessibilità”. “Consideriamo adeguate – ha aggiunto – le soluzioni che si basano sulle esperienze nazionali di successo e che sono frutto di investimenti pubblici e privati. La raccolta differenziata in Italia ha dato risultati molto promettenti per l’economia circolare. Questi risultati non sono sufficientemente valorizzati nel Regolamento proposto dalla Commissione”. “Facendo cambiare metodi e soluzioni rivelatisi efficaci – ha concluso il Ministro – si rischia di generare incertezza nei cittadini e negli operatori economici, oneri amministrativi e costi sociali, senza ottenere benefici ambientali sufficienti”.

Assorbimenti di carbonio

Sul regolamento che istituisce un quadro di certificazione dell’unione per gli assorbimenti di carbonio, altro argomento di discussione, Pichetto in fase di confronto ha spiegato che “l’Italia accoglie con favore la proposta della Commissione, a complemento delle iniziative e degli interventi normativi per la neutralità climatica entro il 2050”. Il Ministro ha aggiunto che “un meccanismo di certificazione solido può incentivare l’aumento dei metodi di riduzione delle emissioni di Co2 e rafforzare la fiducia del pubblico”.

Al centro del dibattito politico del Consiglio Ambiente anche la revisione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, l’informativa della Commissione sul Regolamento riguardante gli standard di emissioni di Co2 dei veicoli pesanti, le informazioni della Polonia sugli esiti della relazione sugli impatti della guerra sull’ambiente in Ucraina.

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Massimiliano Cassinelli

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