Lanciata una nuova sfida al riciclo globale della plastica, con lo sviluppo di un impianto di riciclaggio innovativo, progettato da GME Recycling. L’obiettivo è di recuperare polipropilene dagli scarti delle batterie al piombo, affrontando una delle sfide ambientali più complesse nel campo del riciclaggio delle plastiche.
Il polipropilene (PP) è uno dei materiali plastici più utilizzati al mondo, apprezzato per la sua versatilità, resistenza e basso costo di produzione. Si trova comunemente in prodotti come imballaggi, contenitori, dispositivi medici, componenti automobilistici e involucri di batterie, come quelli delle batterie al piombo. Tuttavia, come molte altre plastiche, il polipropilene è un contributore significativo all’inquinamento da plastica e alla formazione di microplastiche.
Polipropilene e il problema delle microplastiche
Quando i prodotti in polipropilene vengono smaltiti in modo inappropriato o finiscono nelle discariche e negli ambienti marini, col tempo si degradano fisicamente in particelle sempre più piccole, che possono trasformarsi in microplastiche. Queste sono frammenti di plastica di dimensioni inferiori ai 5 millimetri, che entrano negli ecosistemi acquatici e terrestri, rappresentando una minaccia per la fauna marina e la salute umana.
Le microplastiche hanno una lunga durata nell’ambiente e sono difficili da rimuovere. Con il polipropilene essendo una plastica così ampiamente prodotta, il suo degrado contribuisce in modo significativo alla contaminazione da microplastiche. Questo fenomeno è collegato ai cicli di produzione e consumo delle plastiche, in cui materiali che non vengono correttamente riciclati si trasformano gradualmente in inquinanti pericolosi.
GME Recycling da diverso tempo si occupa della tematica e si distingue nel settore per il suo impegno nella gestione responsabile delle plastiche contaminate, affrontando una delle sfide più critiche per l’ambiente. Attraverso la realizzazione di impianti tecnologicamente avanzati, l’azienda si occupa del trattamento di materiali plastici contaminati da sostanze tossiche altamente dannose se disperse nell’ecosistema, come piombo e antimonio. Grazie a processi sicuri e innovativi, l’azienda contribuisce attivamente alla tutela ambientale, promuovendo soluzioni sostenibili per un problema che richiede competenza e visione a lungo termine.
Il ruolo del riciclaggio nel ridurre le microplastiche
In questo contesto, il riciclaggio del polipropilene, come quello che GME sta promuovendo con il recupero dagli involucri delle batterie, rappresenta una soluzione chiave per ridurre la quantità di polipropilene che finisce nell’ambiente. Attraverso la decontaminazione e il riutilizzo, il materiale può essere trasformato in nuovi prodotti senza la necessità di produrre plastica vergine, che finirebbe altrimenti nei cicli di smaltimento e, potenzialmente, contribuirebbe alla formazione di microplastiche.
Le tecniche avanzate di frantumazione, lavaggio, asciugatura, decontaminazione e separazione, messe a punto da GME Recycling, consentono di raggiungere livelli di contaminazione del polipropilene inferiori a 200 ppm di piombo, rendendolo idoneo a un’ampia gamma di applicazioni industriali.