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Sei qui:Home»Efficienza»Come guidare l’Italia verso un futuro energetico più sostenibile?

Come guidare l’Italia verso un futuro energetico più sostenibile?

By Redazione BitMATUpdated:31 Gennaio 20256 Mins Read24 Gennaio 2025
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Certificati Bianchi: lo scenario attuale, il ruolo della cogenerazione e quello dell’efficientamento tecnologico nella transizione energetica

Certificati bianchi

I Certificati Bianchi, o Titoli di Efficienza Energetica (TEE), costituiscono misure di supporto per migliorare l’efficienza energetica in Italia. Introdotti nel 2005, mirano a incoraggiare interventi sostenibili che riducono i consumi di energia attraverso soluzioni innovative. In particolare, ogni certificato indica il risparmio di una quantità di energia equivalente a quella contenuta in una tonnellata di petrolio (TEP), e può essere venduto o scambiato sul mercato, offrendo un ritorno economico a chi contribuisce alla riduzione del consumo energetico e incentivando ulteriormente gli investimenti nel settore.

In particolare, il GSE riconosce un certificato per ogni TEP di risparmio conseguito grazie alla realizzazione dell’intervento di efficienza energetica. Su indicazione del GSE, i TEE vengono poi emessi dal Gestore dei Mercati Energetici (GME) su appositi conti. I certificati bianchi possono essere scambiati e valorizzati sulla piattaforma di mercato gestita dal GME o attraverso contrattazioni bilaterali. A tal fine, tutti i soggetti ammessi al meccanismo sono inseriti nel Registro Elettronico dei Titoli di Efficienza Energetica del GME.

Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica 2024 di ENEA

Secondo il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica 2024 di ENEA, l’Italia mostra progressi significativi nell’ambito dell’efficienza energetica.

  • Le misure adottate in conformità con le Direttive Europee hanno portato a una riduzione dei consumi di energia di oltre 3,6 Mtep.
  • Inoltre, iniziative sostenute da finanziamenti comunitari e attività di sensibilizzazione hanno coinvolto 14 milioni di cittadini, generando un risparmio energetico di 0,7 Mtep.
  • Infine, il programma di Certificati Bianchi ha giocato un ruolo chiave sin dall’entrata in vigore nel 2005 nell’abbassare del 23,9% l’uso iniziale di energia, certificando risparmi complessivi di 29,3 Mtep e riconoscendo 58,5 milioni di titoli di efficienza energetica.

Nel 2024, il sistema dei TEE è stato aggiornato per rispondere alle crescenti sfide della transizione energetica globale. Tra le novità principali spicca l’ampliamento dell’ambito di applicazione al settore residenziale, con la graduale sostituzione delle tradizionali detrazioni fiscali, come l’Ecobonus e il Superbonus, con i certificati bianchi. Questa strategia punta a sviluppare un settore più attivo e in grado di adempiere agli obiettivi di efficientamento energetico definiti dalla direttiva europea sulle case green, senza gravare ulteriormente sul bilancio pubblico.

I dati parlano chiaro

Tuttavia, il settore civile non è l’unico a beneficiare di questo strumento. I certificati bianchi sono centrali per promuovere l’efficienza energetica anche nei settori industriale, delle infrastrutture, dei servizi e dei trasporti, oltre a incoraggiare misure comportamentali per un uso più consapevole dell’energia. I dati parlano chiaro: tra gennaio e novembre 2024 il Gestore dei Mercati Energetici (GSE) ha rilasciato in Italia oltre 2,1 milioni di TEE e, rispetto all’anno precedente, si è registrato un aumento del 64% nei nuovi progetti presentati, un dato che sottolinea il crescente interesse delle imprese per soluzioni sostenibili e all’avanguardia – nonostante il sistema si stia ancora scontrando con la complessa burocrazia e l’incertezza normativa. I dati ci dicono che su 1.307 pratiche analizzate nel 2024, circa il 95% presentava documentazione incompleta. La semplificazione delle procedure e la digitalizzazione saranno fondamentali per superare queste barriere.

Tra le tecnologie al centro della transizione energetica troviamo la cogenerazione – o CHP (Combined Heat and Power) – un sistema innovativo che consente di produrre simultaneamente energia elettrica e calore, partendo da un’unica fonte di combustibile. Questo permette di sfruttare al massimo il combustibile utilizzato e ridurre al minimo gli sprechi energetici, recuperando e riutilizzando il calore prodotto per il riscaldamento o per processi industriali, migliorando l’efficienza complessiva. Attualmente, secondo i dati di COGEN Europe, la cogenerazione rappresenta il 27% della produzione di elettricità termica nell’UE. Tuttavia, l’Associazione stima che tale percentuale potrebbe salire al 40% entro il 2040 e al 50% entro il 2050. Non solo.

Nel 2024, il GSE ha rilasciato 1.331.385 di Titoli di Efficienza Energetica (TEE) assegnati a progetti di Cogenerazione ad Alto Rendimento (CAR). Questi dati evidenziano che i progetti CAR hanno rappresentato una quota significativa dei certificati bianchi emessi, confermando la loro efficacia nel migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO₂.

Infatti, circa il 27% dei combustibili utilizzati nella cogenerazione in Europa è già rinnovabile, principalmente biomasse e biogas. Inoltre, l’idrogeno si prospetta come una risorsa chiave per il futuro: secondo la Cogen World Coalition, il contesto normativo favorirà il passaggio dai combustibili fossili a fonti rinnovabili come solare termico, geotermico e biocarburanti.

Sfruttando al massimo l’energia contenuta nei combustibili e riducendo sensibilmente le perdite energetiche, la cogenerazione porta significativi risparmi sui costi operativi e un ritorno sull’investimento, aumentando la competitività aziendale, anche in termini di sostenibilità. Inoltre, la produzione locale di energia garantisce maggiore affidabilità e sicurezza, limitando la dipendenza dalle reti esterne e migliorando la resilienza delle attività produttive.

Tra i principali settori che beneficiano di questa tecnologia, troviamo il chimico, l’alimentare, il tessile e la lavorazione dei metalli. In queste filiere, dove il fabbisogno di energia termica per processi di riscaldamento e raffreddamento è particolarmente elevato, i sistemi di cogenerazione rappresentano una scelta ottimale per massimizzare l’utilizzo delle risorse energetiche, riducendo costi e impatti ambientali.

L’accesso al meccanismo dei certificati bianchi è ammesso anche per un’altra ampia categoria di interventi tecnologici, comunque tutti volti all’incremento dell’efficienza energetica del sistema in cui vengono applicati. Sotto la denominazione di progetto a consuntivo, il GSE predispone un elenco di oltre cento interventi suddivisi secondo la tipologia, il settore industriale di applicazione e la vita utile. Tra essi, anche: generici impianti di produzione di energia termica, componenti di recupero calore, sistemi di compressione meccanica dei fluidi, motori elettrici, gruppi frigo e pompe di calore, sistemi per l’illuminazione, ORC, isolamenti termici, economizzatori, e tanti altri.

L’intervento deve essere descritto tecnicamente, compresa la quantificazione dell’energia risparmiata attesa per l’anno di esercizio del sistema: quest’ultima corrisponde all’energia risparmiata quale effetto dell’incremento di efficienza delle macchine o dei componenti installati.

Come per la CAR, la ESCo viene incaricata al fine di predisporre il progetto a consuntivo e, previa convalida da parte del GSE, di gestirne finanziariamente la trattazione.

In conclusione, si può dire che i Certificati Bianchi siano strumenti strategici per accelerare la transizione energetica in Italia, in quanto attivano e stimolano la sensibilità di tutti i settori industriali a promuovere interventi tecnologici volti all’incremento dell’efficienza dei sistemi di produzione. Con il giusto equilibrio tra innovazione, normative a supporto e semplificazione amministrativa, il 2025 può segnare una svolta verso un sistema energetico più sostenibile, capace di coniugare crescita economica e tutela ambientale.

A firma di Alessandro Brizzi, General Manager di Renovis

certificati bianchi Renovis
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