Presentiamo quanto è emerso da un sondaggio condotto su un campione di 1.300 cittadini tra il 7 e l’11 Marzo 2024, realizzato da CSA Research per Gruppo CAP, il gestore del servizio idrico integrato dell’acqua che scorre nei rubinetti della città metropolitana di Milano.
L’acqua del rubinetto è considerata buona, comoda e amica dell’ambiente… ma quasi la metà dei cittadini beve solo quella in bottiglia! Nonostante oltre 8 persone su 10 (83,4%) promuovano la qualità dell’acqua di rete, quella che tutti abbiamo a disposizione nelle nostre case, gli italiani restano i più grandi consumatori di quella in bottiglia in tutta Europa, con tutto quello che ne consegue dal punto di vista della sostenibilità ambientale, come l’enorme produzione, il trasporto e lo smaltimento di bottiglie plastica. E anche la massiva diffusione delle borracce – oggi quasi il 90% ne possiede almeno una – non corrisponde a un utilizzo costante: solo 1 cittadino su 4 la porta con sé ogni giorno.
“Ci sono ancora troppi pregiudizi rispetto all’acqua che arriva nelle nostre case, quella che usiamo ogni giorno per fare il caffè e la pasta, per lavarci e per lavare i piatti”, spiega Yuri Santagostino, presidente di Gruppo CAP. “Per esempio, si teme il calcare contenuto nell’acqua del rubinetto, senza sapere che, invece, contribuisce alla salute delle nostre ossa e che lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha escluso qualunque correlazione tra un’H2O anche ricca di calcio e lo sviluppo di calcoli. Per questo abbiamo, a maggio abbiamo lanciato una grande campagna informativa, con la quale vogliamo parlare a tutti, ma in primo luogo ai giovani, per promuoverne il consumo, contribuendo così a migliorare il mondo in cui viviamo. Infatti, consumare acqua di rubinetto è il gesto che ognuno di noi può fare senza alcuno sforzo per salvaguardare l’ambiente. Meno plastica e meno Co2 per imbottigliare e trasportare il prezioso liquido in bottiglia”.
Perché promuovere l’acqua del rubinetto?
Per promuovere l’utilizzo dell’acqua del rubinetto, la campagna che Gruppo CAP parte da un presupposto ben preciso: in gran pare degli asili e nelle scuole primarie i bambini bevono ogni giorno l’acqua del rubinetto, perché è buona e sicura. E proprio i bambini sono i protagonisti della campagna attraverso una frase che si sentono spesso ripetere dagli adulti “prima di dire che non ti piace, almeno assaggiala!”. Ecco allora che si capovolge il punto di vista e sono i bambini a insegnarci una nuova buona abitudine.
Dall’indagine condotta da Gruppo CAP risulta che in generale la stragrande maggioranza degli intervistati promuove l’H2O del rubinetto:
- oltre la metà afferma che è molto buona (50,3%)
- e il 33,1% che è buona,
- e un quinto degli intervistati (21,2%) dichiara che la qualità è migliorata nel corso degli ultimi anni.
Insomma, acqua da 10 e lode, ma a berla tutti i giorni è circa un terzo degli intervistati:
- il 29,2% la beve ogni giorno,
- mentre il 27,5% alterna acqua minerale in bottiglia e acqua del rubinetto,
- a fronte di un 43,3% che beve solo acqua in bottiglia,
I motivi per cui preferirla
I motivi per cui si consuma l’acqua dell’acquedotto sono presto detti.
- Al primo posto, la comodità (59,7): è sempre disponibile, non ci si deve sobbarcare il peso delle bottiglie e la fatica di fare avanti e indietro dal supermercato carichi di bottiglie. Del resto, è la stessa che usiamo per cucinare e lavarci i denti.
- Al secondo posto, la sostenibilità (54,2%), e la consapevolezza di contribuire ad abbattere la diffusione della plastica, uno dei principali nemici dell’ambiente.
- Al terzo posto, la sicurezza (38,7%), fattore confermato dal fatto che i gestori sono tenuti a effettuare controlli obbligatori sull’acqua erogata. Gruppo CAP, per esempio, analizza 20.000 campioni all’anno per determinare oltre 700.000 parametri chimici e microbiologici e per assicurare un’acqua buona e di qualità.
- Al quarto posto, il gusto: per il 31% l’acqua del rubinetto ha un buon sapore, oltre che sicura.
- Ma è anche conveniente, come sottolinea un terzo degli intervistati (31%). Nella Città metropolitana di Milano, per esempio, l’acqua costa poco più di 1 euro al metro cubo, che sono mille litri.
Chi beve acqua in bottiglia la preferisce liscia (61,6%, mentre frizzante la beve il 28,6%), segno che ci sarebbe decisamente spazio per aumentare il consumo di acqua del rubinetto. Ma allora, quali sono i motivi dietro a questa abitudine tutta italiana? I consumatori esclusivi di acqua in bottiglia sostengono che è più sicura (33%), molti non si fidano dell’acqua di rete (37,7%), ma per quasi 6 intervistati su 10 è una questione di gusto (il 28,8% dice che non gli piace il sapore dell’acqua casalinga e 27,2% che è più buona quella in bottiglia).
Quanta acqua consumano gli italiani?
Secondo i dati di Utilitalia, ogni italiano, in media, beve 208 litri di acqua in bottiglia in un anno: siamo il primo Paese in Europa, dove la media è addirittura la metà (106 litri), e secondi al mondo dopo il Messico (244 litri).
Ogni giorno in Italia vengono utilizzate 30 milioni di bottiglie di plastica, che coprono oltre il 90% dei consumi (sono residuali le bottiglie in vetro, poco più del 7%), con il risultato che in un anno 13,5 miliardi di bottiglie diventano rifiuti da gestire. Di questa mole di bottiglie in plastica, l’80% circa viaggia su gomma per la distribuzione e in media solo il 46% viene riciclato (Reloop 2022).
Ma oltre alle bottiglie di plastica, è estremamente diffuso l’utilizzo di borracce di ogni tipo, foggia e materiale. Ne possiede almeno una oltre l’83% degli intervistati, addirittura oltre il 90% nelle fasce di età più giovani (tra i 18 e i 35 anni). Tuttavia, la usa quotidianamente solo un quarto di loro (25,1%) a cui si aggiunge il 34,4% che dice di utilizzarla spesso. Ma se la borraccia dovrebbe essere lo strumento a portata di mano di chiunque per contribuire alla sostenibilità ambientale, solo il 42,8% degli intervistati la riempie con acqua del rubinetto, percentuale che, curiosamente, scende tra le donne (39,4%) e i giovani (sempre 39,4% tra gli under 25 e 36,9% tra i 24 e i 34 anni), cioè le categorie che comunemente si associano a una maggiore sensibilità ambientale. Il 40,6%, invece, travasa nella borraccia acqua dalle bottiglie di plastica, in un certo senso vanificandone l’uso.
Gruppo CAP: acqua sicura e di qualità per la Città di Milano
L’acqua potabile è destinata al consumo umano e proprio per questo motivo deve rispettare determinati standard chimici, fisici e microbiologici, come previsto dall’ultima normativa adottata in Italia (il D.lgs. 18/2023). La qualità dell’acqua erogata viene controllata costantemente dai laboratori dell’acqua potabile del Centro Ricerche Salazzurra di Gruppo CAP presso il Parco Idroscalo di Milano, accreditati secondo la norma ISO 17025 che eseguono ogni anno oltre 20.000 prelievi volti a determinare circa 700.000 parametri chimici e microbiologici. Oltre ai controlli interni, la qualità dell’acqua è verificata dall’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) territorialmente competente.
Sul sito web gruppocap.it è possibile consultare i risultati delle analisi eseguite sull’acqua che arriva ai rubinetti di ogni comune servito, il consumo di acqua del Comune, i pozzi in esercizio, i risultati delle analisi effettuate alle Case dell’Acqua e la relazione annuale sull’acquedotto del proprio comune, insieme a tutte le informazioni sulla geologia del territorio, i trattamenti e la salute della falda.
Inoltre, Gruppo CAP adotta il Water Safety Plan (WSP), il sistema globale introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per la valutazione e la gestione del rischio esteso all’intera filiera idrica con l’obiettivo ultimo di rendere ancora più sicura l’acqua potabile. ll Water Safety Plan assicura un maggior controllo sulla qualità dell’acqua dell’intera filiera idro-potabile, dall’ingresso nell’acquedotto fino al punto di erogazione finale. Insieme alle autorità competenti vengono stabiliti i parametri da monitorare con più frequenza o come estendere la lista di sostanze da controllare in caso di pericolo per la salute pubblica. Gruppo CAP è stato il primo gestore del servizio idrico integrato in Italia a adottare un Piano di Sicurezza dell’Acqua, nel 2016, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS).