Già dal novembre 2022, Coldiretti ha promosso una campagna di raccolta firme contro il cibo sintetico, con l’obiettivo di “fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy e promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hi tech”.
Gli stessi allevatori, tra l’altro, sostengono che la carne da laboratorio “non salva gli animali, perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore, non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato. Ma non c’è solo la bistecca in provetta. Infatti la società Remilk vuole poi aprire una fabbrica chimica in Danimarca per la produzione di latte sintetico realizzato in laboratorio senza mucche. In Germania si lavora a bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro senza aver mai neppure visto il mare, mentre negli Usa si stanno buttando anche sul sushi in provetta”.
Il ministro dice NO al cibo sintetico
Indipendentemente dalla raccolta delle firme, il ministro Francesco Lollobrigida, intervenendo al villaggio Coldiretti al Circo Massimo di Roma, ha posto definitivamente fine al dibattito, affermando che: “Il Parlamento italiano al più presto vieterà definitivamente, nella nostra Nazione, la produzione, la commercializzazione e l’importazione del cibo sintetico. Grazie ai Presidenti delle Commissioni Agricoltura di Senato e Camera, Luca De Carlo e Mirco Carloni, che hanno accelerato i lavori, siamo arrivati alla calendarizzazione nell’Aula di Montecitorio per l’ultimo passaggio”.
Lo stesso ministro ha ribadito l’importanza dell’agroalimentare nel nostro Paese: “L’agricoltura è il centro dell’economia e viene definito settore primario, ma tutto quello che è stato fatto in questi anni è andato in senso inverso, perché si è guardato alla sostenibilità in modo ideologico. Oggi, finalmente anche in Europa, si torna a parlare di sostenibilità ambientale legata ad altri due pilastri che viaggiano insieme: quello economico e quello sociale. Le nostre produzioni sono di qualità perché i nostri produttori sono quelli che inquinano meno, attenti a preservare il territorio per valorizzarlo”.
Più valore all’agroalimentare italiano
“L’agroalimentare italiano si sta affermando nel mondo e il Governo Meloni cercherà di dare un impulso sempre maggiore a questo nevralgico comparto, per aprire porte e mercati ai nostri prodotti, proteggendo ciò che davvero è italiano, in nome e in difesa di chi lo produce. Questo è il lavoro che stiamo facendo sin dal primo giorno, continueremo a farlo, questo ci riempie di orgoglio e ci dà forza”, ha continuato il ministro. “Sul Glifosato in Europa c’è una discussione molto rilevante. Siamo contrari all’abrogazione del suo utilizzo perché il sistema potrebbe non reggere. Va proibito nella fase di essiccazione. Ci siamo affidati, come per le carni sintetiche, al Ministero della salute che condivide questo percorso che tenteremo di fare in Europa. Va precisato che l’utilizzo deve essere compatibile con la salute dell’essere umano”, ha concluso il ministro Lollobrigida.