Di seguito proponiamo una storia molto interessante, la storia di Ecolibrì, una piccola azienda di Agrate Brianza nata a metà del 2016 da un’azienda a conduzione familiare di lunga data – la ACE – per studiare e scommettere sulle energie rinnovabili. L’azienda lancia una sfida: rendere l’eolico alla portata di tutti.
Dal vento alla luce: l’idea di Ecolibrì
Oggi l’energia elettrica da fonte rinnovabile eolica – dunque dallo sfruttamento dei venti – è prodotta grazie a grandi e impattanti parchi eolici, disseminati da pale alte 40-50 metri. Un domani invece potremmo anche autoprodurre energia elettrica da eolico: in aree accanto a industrie, piccole aziende, agriturismi. Ma anche vicino a scuole, condomini, abitazioni private. Grazie a mini turbine, alte al massimo 12 metri.
A partire da quella eolica, attualmente la seconda tipologia di energia rinnovabile per produzione nel mondo (564 GW complessivi di capacità installata, secondo il report 2019 dell’International Renewable Energy Agency – IRENA) e in continua crescita: l’eolico fornisce circa il 5% della produzione elettrica mondiale, un dato che è quasi raddoppiato nel corso degli ultimi 10 anni.
Con l’idea appunto di rendere l’eolico ‘alla portata di tutti’, Ecolibrì comincia a realizzare mini generatori eolici ad asse verticale, da 10 Kw: sono poco invasivi, niente a che vedere con i colossi alti 40-50 metri che associamo di solito alle pale eoliche visto che non superano i 12 metri di altezza.
Sono alimentati, anche, da energia solare: una combinazione che li rende perfetti per molti mercati esteri, in particolare quello africano, in situazione in cui il vento abbonda mentre scarseggiano le infrastrutture elettriche e c’è fame di energia autoprodotta.
Le sfide e i finanziamenti
Ecolibrì capisce però subito che ci sono alcuni nodi da superare a livello tecnologico, in particolare uno, per aumentare al vita-fatica del prodotto. Decide allora di partecipare, nel 2019, a uno dei bandi di Regione Lombardia finanziati con le risorse europee POR FESR 2014-2020.
Grazie ad Arché, misura a sostegno di nuove MPMI e startup, Ecolibrì ottiene un finanziamento di 70.223 euro, circa la metà del valore del progetto da 140.446 euro. L’azienda mette a frutto i fondi: anzitutto cercando nuove competenze. La prima ricaduta occupazionale è allora la chiamata dell’ingegnere Oliver Donzelli, il quale lascia il posto in una multinazionale e si aggiunge al team di 5 persone già attive, conquistato dal progetto.
Gli step del progetto
Per prima cosa vengono avviati gli studi per un aerogeneratore da 20Kw a rotore esterno in testa d’albero. Sempre grazie ai fondi POR FESR di Arché, vengono acquistati i materiali per la realizzazione del primo prototipo, software per il calcolo strutturale e disegno 3D, “banchi di collaudo per eseguire test avanzati sulla parte meccanica e quella elettrica, nuovi stampi e matrici per la produzione in serie delle pale, non più in estruso di alluminio ma in composito, con resine e fibre di vetro”, specifica Oliver Donzelli.
Il prototipo di turbina ad asse verticale 20 kW – EW02 arriva nel 2020, in piena pandemia. Difficile pensare a un’espansione sui mercati in quel particolare momento. Ma Ecolibrì non si ferma, e sceglie di sfruttare questo periodo per investire ancora su ricerca e innovazione.
I bandi e le collaborazioni
Partecipa allora a un secondo bando regionale, “Tech Fast Lombardia”, finanziato anch’esso con fondi POR FESR e pensato per favorire proprio l’innovazione delle PMI.
Il progetto di Ecolibrì per “Prototipazione della nuova turbina da 10kW – EW02 e progettazione della nuova turbina da 20kW” entra in graduatoria in ambito EcoIndustria e ottiene un finanziamento di 201.302 euro.
“Abbiamo avviato una collaborazione con il Politecnico di Milano”, racconta ancora l’ingegnere Oliver Donzelli, “per realizzare una turbina ancora più efficace e insieme più economica, grazie a una nuova aerodinamica delle pale: ci interessava infatti cominciare a guardare anche al mercato europeo, ovvero a un contesto caratterizzato da venti meno forti rispetto a quelli tipici del continente africano. Dunque ci serviva una nuova tipologia di pale”.
Il team si rimette al lavoro, studiando una mini turbina con vele in composito con “un generatore assiale posto in basso, e non più in testa d’albero, per garantire leggerezza al palo di sostegno”. Un aerogeneratore progettato per trovare “massima applicazione nella realizzazione di mini grid per scopi industriali, con una produttività anche in condizioni di bassa ventosità o alta ventosità”.
Questa volta poi l’obiettivo è ancora più ambizioso: quello di realizzare un prodotto “in grado di operare una svolta culturale in Europa”, per dirla con le parole dell’ingegnere Oliver Donzelli, capace cioè di portare l’energia eolica fuori dai grandi parchi di turbine giganti, che impattano su paesaggio e rotte migratorie.
L’idea è insomma quella di “fornire con le nostre mini turbine i mezzi per arrivare finalmente – anzitutto in aree industriali, piccole o suburbane – all’autoproduzione dell’eolico, come i pannelli solari sui tetti delle case hanno permesso l’autoproduzione di energia solare”.
I risultati ottenuti e i progetti futuri di Ecolibrì
L’evoluzione delle mini turbine grazie alla ricerca finanziata con fondi POR FESR avrebbe dunque un obiettivo di grande interesse generale, oltre ovviamente a ricadute positive per la stessa Ecolibrì, che punta a posizionarsi in un mercato in cui non ci sono ancora grandi competitor.
Così, se a oggi Ecolibrì ha già venduto mini turbine di prima generazione (con doppia alimentazione, eolica e a energia solare) in Sudafrica, Swaziland, Mozambico, Moldavia, mentre una turbina di nuova generazione è stata appena richiesta da Dubai, per l’azienda brianzola ora il ‘futuro’ dell’energia eolica si giocherà nel vecchio continente.