L’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti (EPA) ha annunciato quest’oggi di aver fissato limiti molto bassi – e per le due molecole collegate a forme tumorali (PFOA e PFOS) pari addirittura allo zero tecnico – per la presenza di sei molecole del gruppo dei PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) nell’ acqua potabile. Con questo provvedimento, l’EPA prevede che nei prossimi anni si eviterà l’esposizione di circa 100 milioni di persone ai PFAS nell’acqua potabile, prevenendo migliaia di decessi attribuibili a queste sostanze.
Commentando il provvedimento, il responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia Giuseppe Ungherese dichiara:
«Il Veneto è teatro di uno dei più grandi casi di contaminazione da PFAS al mondo e Greenpeace Italia ha dimostrato la presenza di queste sostanze anche nei corsi d’acqua della Toscana e nelle acque potabili di diversi comuni della Lombardia e del Piemonte, a concentrazioni che, da oggi, negli Stati Uniti sono considerate pericolose per la salute umana. In Italia l’inquinamento da PFAS è un’emergenza nazionale fuori controllo, soprattutto per la mancanza di provvedimenti che limitino l’uso e la produzione di queste sostanze a tutela dell’ambiente e della salute. Per quanto tempo ancora si continuerà a ignorare il problema condannando le persone a subire gli effetti dell’inquinamento? Il governo Meloni segua l’esempio degli Stati Uniti e adotti subito una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione di queste pericolose molecole. Non c’è più tempo da perdere: bere acqua pulita e priva di PFAS è un diritto che le istituzioni devono garantire».