Le società di consulenza e ricerche di mercato, SAP ed Earth Action, hanno presentato “Shift into Gear”, un rapporto che esorta le aziende a prepararsi alla legislazione sulla plastica in arrivo per proteggere i propri profitti e la salute del pianeta.
“Shift into Gear”: Rischi e pericoli nel campo della plastica
Il rapporto evidenzia i rischi per le imprese che non potranno gestire i dati relativi alla plastica, con passività associate all’uso del materiale che potrebbero superare i 20 miliardi di dollari a livello globale entro il 2030. “Shift into Gear” spiega che il rischio per le aziende è elevato, come i disastri industriali, o addirittura permanente, derivante ad esempio da danni a lungo termine all’ambiente o alla salute delle persone.
I rischi della transizione includono cambiamenti delle normative come
- i divieti sulla plastica e le tariffe EPR (Extended Producer Responsibility),
- l’evoluzione delle preferenze dei consumatori,
- le pressioni degli stakeholder,
- e l’aumento delle spese di ricerca e sviluppo necessarie per adattarsi alle nuove tecnologie.
Inoltre, le aziende sono più esposte a eventuali danni di immagine perché vi è una maggiore consapevolezza e attenzione tra i consumatori dei danni derivanti dall’inquinamento della plastica e del greenwashing, senza contare il danno derivante da una potenziale responsabilità civile.
Per sfatare alcuni miti, SAP e Earth Action esortano le aziende ad adottare una divulgazione tempestiva dell’uso della plastica per proteggere i profitti, affermando che “prima le imprese riescono a conoscere la loro impronta di carbonio della plastica, meglio è”.
Gli schemi EPR sono proliferati in tutto il mondo, con programmi proposti o implementati in oltre 90 Paesi. Un caso di studio evidenzia che una multinazionale che opera nel settore dei beni di consumo in 188 Paesi potrebbe trovarsi di fronte a 63 schemi EPR diversi.
La tendenza globale all’aumento della regolamentazione
Dopo il fallimento dei negoziati per un trattato sulla plastica delle Nazioni Unite lo scorso anno, si prevede che nei prossimi mesi saranno annunciati altri cicli di negoziati. Tuttavia, a prescindere dall’esito del trattato, lo studio “Shift into Gear” sottolinea la tendenza globale all’aumento della regolamentazione, con le aziende di beni di consumo che operano a livello internazionale che devono far fronte a circa 100-200 normative prima di poter immettere sul mercato un nuovo prodotto in plastica.
SAP e Earth Action affermano che l’adozione di regole globali forti e di un reporting standardizzato per l’intero ciclo di vita della plastica consentirebbe alle imprese di ridurre gli oneri di conformità e rendere la comunicazione più efficiente tra le supply chain, con costi minori. Le aziende che non si adeguano rischiano di incorrere in significative passività finanziarie.
La “tassazione verde”, ad esempio l’EPR o le tasse sulla plastica, può rappresentare un onere finanziario e amministrativo per un’organizzazione, con un’incidenza stimata tra lo 0,5 e l’1% sui ricavi finali del prodotto.
Una soluzione alle complessità di aderire a normative globali diverse è l’utilizzo della tecnologia. I sistemi di gestione dei dati, come la soluzione SAP Responsible Design and Production (RDP), aiutano a costruire un quadro completo e accurato dei flussi globali di materie plastiche.
Tali piattaforme consentono di aggregare e tradurre i dati relativi alla plastica e altri materiali, di soddisfare i requisiti EPR, di calcolare le tasse sulla plastica o di identificare potenziali miglioramenti per una maggiore riciclabilità. Di conseguenza, le aziende potrebbero risparmiare milioni di euro di costi associati alla gestione e alla conformità amministrativa e normativa.
Delphine Garin, Manager, Circular Finance and Data, World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), ha commentato: “Una gestione efficace dell’impronta di carbonio della plastica non è più solo una questione di sostenibilità, è anche un’attività di business intelligente”.
“Con l’inasprimento delle normative e l’evoluzione delle aspettative dei consumatori, le aziende si trovano ad affrontare crescenti rischi finanziari e di reputazione. Fornendo alle imprese gli strumenti e le conoscenze necessarie per orientarsi tra le complesse normative sulla plastica, possiamo non solo promuovere la leadership del settore, ma anche guidare un cambiamento sistemico”.
“Come comunità imprenditoriale, possiamo creare un panorama globale in cui sostenibilità e redditività vadano di pari passo, garantendo un valore a lungo termine per le aziende, la società e l’ambiente. Questo è il percorso inevitabile e le organizzazioni lungimiranti si stanno già posizionando per trarne vantaggio”.
Sarah Perreard, co-CEO di Earth Action: “Un ambizioso Trattato globale sulla plastica da parte delle Nazioni Unite rappresenta un punto di partenza per affrontare la crisi della plastica e un veicolo per semplificare l’azione delle aziende. Ma con o senza un Trattato, le imprese non potranno comunque cancellare la loro impronta di plastica ed evitare la regolamentazione”.
“L’inazione non è più un’opzione. Le aziende che agiscono ora saranno meglio posizionate per prosperare in un futuro in cui la gestione della plastica, la trasparenza e la responsabilità saranno la norma”.
Stephen Jamieson, Head of Sustainability Product Marketing, SAP: “La gestione dei dati sulla plastica è ormai diventata un imperativo di business. Le imprese che non si adeguano rischiano di incorrere in significative responsabilità finanziarie, mentre quelle che adottano soluzioni digitali possono ottenere un vantaggio competitivo”.
“SAP si impegna a fornire alle aziende la tecnologia necessaria per navigare in un panorama normativo in continua evoluzione e a trasformare la sostenibilità in un’opportunità di crescita, oltre a rendere le organizzazioni a prova di futuro”.
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