Anche le batterie al litio possono essere protagonista dell’economia circolare e della transizione verso la mobilità sostenibile. Come? Una delle strade è certamente il recupero di materia dal prodotto giunto a fine vita, da sempre al centro dell’operato di Cobat, piattaforma multiconsortile e multifiliera al servizio dell’economia circolare.
Recupero di materia alla Cobat Ecofactory
“Come il nuovo Regolamento sulle batterie appena approvato in Parlamento Europeo ricorda a tutti con innegabile evidenza, il recupero di materie prime e seconde dai prodotti giunti a fine vita resta uno dei pilastri fondanti di un approccio circolare nei sistemi produttivi ed economici. In Cobat ne siamo convinti da sempre, per questo, nel 2014, abbiamo avviato – insieme a Cnr– Iccom – una ricerca volta ad efficientare il processo di recupero del litio e degli altri metalli”, spiega Michele Zilla, Consigliere d’Amministrazione di Cobat Ecofactory. “Questo processo, che è brevettato a livello europeo, prevede una via prima meccanica e poi idrometallurgica, capace di ovviare ai limiti del processo pirometallurgico. Il processo è il cuore pulsante di Cobat Ecofactory che non a caso raccontiamo qui a Pescara”, continua Michele Zilla, “presente a Terrà – II Forum della Transizione Energetica, in programma nella provincia abruzzese, il 22 e 23 Giugno – L’impianto che stiamo costruendo, infatti, si trova proprio in Abruzzo, vicino Chieti, territorio particolarmente strategico dal punto di vista logistico e prossimo alla gigafactory di batterie che dovrebbe diventare operativa nei prossimi anni”.
L’impianto, che sarà inaugurato nel 2024, effettuerà selezione e cernita delle batterie e accumulatori al litio per poi trattarli secondo il processo che permetterà di recuperare il litio ed altre materie preziose come, tra l’altro, manganese e cobalto.
Gli obiettivi
L’impianto sarà in grado di accogliere l’esausto proveniente sia dalle auto elettriche che dai RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), oltre a trattare le batterie e gli accumulatori destinati ad una seconda vita.
“L’obiettivo principe dell’intera operazione”, conclude Michele Zilla, “che sta vedendo coinvolte nella costruzione dell’impianto quasi un centinaio di persone – tra consulenti, ingegneri e operai – e su cui stiamo lavorando dalla fine del 2021, è quello di diventare una tappa fondamentale nel percorso circolare che le batterie, dalla produzione al fine vita, dovranno sempre più padroneggiare, in rispetto di questo nuovo Regolamento UE che, se verrà approvato anche dal Consiglio, segnerà una svolta per l’intera filiera”.