Durante “Restart in Green Forum”, l’evento online in quattro giornate nato dall’intesa tra CFA e REMTECH con il supporto di BitMAT, si è parlato di come occorre sfruttare il momento di fermo imposto dal dilagare del coronavirus per riorganizzare la nostra società a partire dalle fondamenta, creando una realtà più sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ovviamente ambientale.
Sostenibilità e ambiente saranno quindi il leitmotiv degli anni che ci aspettano insieme alla parola sicurezza. Questa emergenza internazionale ha infatti acceso i riflettori sulla necessità di creare un sistema che rispetti in maniera più profonda la natura e lo stato delle cose che ci circondano perché anche solo l’incepparsi di un piccolo meccanismo, come stiamo vedendo, può portare a conseguenze devastanti.
Tutto deve perciò essere ripensato in ottica “green” a partire dalla riorganizzazione del lavoro: uno dei problemi che sta toccando più da vicino anche gli imprenditori italiani che da lunedì sono chiamati a riaprire le loro attività all’insegna però della sicurezza.
“Prevedere cosa succederà nei prossimi anni è molto difficile – spiega Lucia Frascaroli, ingegnere chimico presso lo Studio Clea Ingegneria, una realtà d’eccellenza italiana fondata da quattro donne circa 20 anni fa -. Quello che è certo è che la situazione attuale rappresenta un’opportunità anche per le aziende medio piccole, che costituiscono gran parte del tessuto imprenditoriale italiano, e che ora più di quelle grandi si trovano in difficoltà”.
La pandemia ha introdotto un rischio importante e nuove sfide che impongono di garantire la massima sicurezza per lo svolgimento del lavoro, oltre al focus tradizionale del portare avanti le attività e svilupparle. “Ci troviamo in una realtà che era già appesantita per la precedente congiuntura economica sfavorevole e che ora deve essere ripensata all’insegna di nuove priorità, che sono appunto ambiente e sicurezza”.
Quello di cui hanno bisogno le nostre imprese, sottolinea Frascaroli, è soprattutto una rete di supporto competente che possa valorizzare le loro specifiche competenze, ma anche guidarle nella comprensione di opportunità e rischi, sostenendole anche nei percorsi di certificazione e per l’accesso ai finanziamenti messi a disposizione dalla Comunità Europea.
“E’ fondamentale cogliere anche in questo momento i vantaggi competitivi che si possono cogliere e questo è possibile solo se la società civile premia le scelte che le aziende fanno. Io personalmente sono fiduciosa che la sensibilità verso queste tematiche sia sempre più diffusa e che si sia ulteriormente acuita nell’ultimo periodo, rendendo tutti consapevoli che bisogna cooperare per sostenere un futuro sostenibile per tutti, magari anche spendendo qualche euro in più per l’acquisto di prodotti più rispettosi dell’ambiente”.
Un focus particolare è stato poi riservato ai nuovi rischi ambientali che potrebbero derivare dall’attuazione delle nuove normative varate dal governo per la riapertura delle aziende.
“E’ importante che le aziende valutino con grande attenzione i rischi che possono derivare dall’adozione delle nuove procedure per vedere come queste impattano sulla loro modalità di lavoro. Occorre valutare poi, sulla base di questa analisi, le adeguate misure di protezione individuale e per l’ambiente che soddisfino i requisiti ma che contemporaneamente non siano un pericolo da nessun punto di vista”.
C’è molto da lavoro da fare, quindi, ma l’importante, conclude Frascaroli è “rivolgersi sempre ai professionisti specializzati per ciascun ambito di competenza”.