L’Associazione Assofermet, favorevole alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, ha sottolineato l’importanza dei RAEE nel raggiungimento degli obiettivi strategici. Ha inoltre espresso il proprio sostegno all’intenzione del Ministro Urso di riaprire alcune miniere italiane, pur evidenziandone alcune importanti criticità. Sono stati questi i temi principali di Assofermet – l’Associazione di Categoria di recupero e riciclo di rottami ferrosi e non ferrosi – nel corso delle Audizioni della Commissione Industria e Agricoltura del Senato in merito al tema dell’approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche.
Diversificare l’approvvigionamento delle materie prime
La carenza di materie prime critiche è ormai un argomento centrale nelle scelte strategiche dell’Unione Europea e degli Stati Membri. Anche in considerazione del fatto che si intrecciano transizione ambientale, trasformazione digitale e contrasti geopolitici. Una situazione che fa emergere una serie di criticità legate al rifornimento di risorse come litio, bauxite, terre rare e tutte le trenta materie prime critiche individuate dalla Commissione Europea.
La sfida, come ribadisce la stessa Assofermet, può essere sintetizzata in un preoccupante squilibrio fra domanda e offerta. In particolare, a fronte del grande aumento della domanda di materie prime critiche del prossimo futuro, l’offerta appare sempre più influenzata da rischi e sfide di natura geopolitica, ambientale e sociale.
I un simile contesto politico ed economico, Assofermet ritiene che il nostro Paese debba diversificare le fonti di approvvigionamento di materie prime critiche: diminuendo progressivamente la dipendenza da alcuni fornitori “storici” e individuando nuovi Paesi fornitori. Il tutto completato dalla capacità di migliorare il monitoraggio per attenuare i rischi di ulteriori perturbazioni sui mercati .
I RAEE sono una “miniera urbana”
I Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche rappresentano una vera e propria “miniera urbana” per il nostro Paese. Se correttamente recuperati, i RAEE forniscono materie prime critiche e strategiche. Tra l’altro, per sei delle undici materie prime critiche maggiormente presenti nei RAEE cosiddetti tecnologici (litio, cobalto, gallio, indio, germanio, tantalio, rutenio, disprosio, neodimio, terbio, rame), la Cina è il principale produttore mondiale, con una quota che arriva fino al 97%.
Considerando i dispositivi domestici e aziendali, ad oggi in Italia, soltanto il 37% dei RAEE viene effettivamente raccolto. Un risultato ampiamente al di sotto dell’obiettivo del 65% fissato dall’Unione Europea. Colpisce soprattutto il fatto che la raccolta differenziata sia particolarmente basss per i piccoli RAEE come cellulari, tablet, laptop e altri dispositivi “abbandonati” nelle abitazioni private.
Per questo Assofermet ritiene che il sistema di raccolta vigente debba essere analizzato e riveduto con attenzione per rendere più efficace e sostenibile la gestione dei RAEE. Il tutto senza trascurare i limiti strutturali: con pochi impianti industriali in grado di estrarre Materie Prime Critiche dai singoli componenti dei rifiuti. Investire maggiormente sulla realizzazione di queste strutture e sulla raccolta e recupero di RAEE significherebbe arrivare ad avere a disposizione un’ulteriore fonte di materie prime critiche. Si tratta di una direzione strategica che, oltre a ridurre la dipendenza dall’importazione di risorse fondamentali, segnerebbe il passaggio a una vera e propria economia circolare e porterebbe a un decisivo incremento dell’occupazione.
Assofermet sostiene il Piano minerario del Ministro
Il “Piano Minerario”, annunciato dal Ministro Urso, piace ad Assofermet, che si dice favorevole all’apertura di nuove miniere per il rifornimento di terre rare e materie prime: anche se vanno considerati alcuni elementi di rischio: non solo i fattori geologici, i costi del capitale e i rischi correlati, ma anche la lunghezza e l’incertezza delle procedure di autorizzazione, la difficile ricerca di manodopera specializzata e molti altri aspetti organizzativi che potrebbero costituire un deterrente.
Assofermet ha infine ribadito la necessità di mappare i siti minerari disponibili. per individuare le opportunità concrete di costituire una filiera di imprese che si impegnino nelle attività di estrazione, lavorazione e trasformazione, senza inutili sprechi di energie e risorse. In ogni caso, il tempo che intercorre tra l’avvio di un progetto e la reale disponibilità dei materiali estratti sul mercato può essere molto lungo: per il breve periodo, sarebbe particolarmente rischioso basarsi esclusivamente sulla riapertura delle miniere per affrontare l’emergenza dell’approvvigionamento di materie prime critiche.