Entro il 1° gennaio 2027 tutti i contatori non rimovibili e i ripartitori dei costi del calore installati negli edifici dovranno essere leggibili da remoto, come stabilito dalla Direttiva (UE) 2018/2002, che modifica la Direttiva 2012/27/UE. Questa scadenza rappresenta l’ultimo step di un processo avviato anni fa: da ottobre 2020 tutti i nuovi dispositivi installati devono già essere leggibili da remoto, mentre dal 1° gennaio 2022 le informazioni sui consumi devono essere fornite agli utenti almeno una volta al mese, laddove siano presenti misuratori intelligenti. L’obiettivo è quello di aumentare trasparenza, consapevolezza e capacità di controllo sui consumi energetici.
Più misure da remoto, meno consumi
La maggiore frequenza delle informazioni sui consumi ha già prodotto benefici misurabili in diversi Paesi europei. La letteratura energetica internazionale – inclusi studi dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) – mostra che fornire agli utenti dati frequenti e comprensibili sui consumi può portare, in applicazioni reali, a una riduzione dell’uso dell’energia nell’ordine del 10–20%, grazie a comportamenti più consapevoli e tempestivi.
A questo punto è naturale chiedersi quale sia la situazione in Italia. Non esistono al momento dati ufficiali e centralizzati che descrivano in modo esaustivo il livello di diffusione dei ripartitori o la percentuale di dispositivi già dotati di telelettura. È però evidente che il nostro Paese si muove all’interno di un contesto complesso, caratterizzato da un patrimonio edilizio particolarmente datato: secondo il Rapporto ENEA sull’Efficienza Energetica 2024, oltre il 60% degli edifici residenziali è stato costruito prima del 1976, un elemento che può rendere l’adeguamento tecnologico più impegnativo.
Queste dinamiche si inseriscono in un quadro in cui l’Italia è già oggetto di attenzione da parte della Commissione Europea. Nel novembre 2025 Bruxelles ha inviato al nostro Paese una lettera di costituzione in mora per il mancato recepimento completo dell’articolo 17(15) della Direttiva EPBD, relativo alla progressiva eliminazione degli incentivi alle caldaie autonome a combustibili fossili. Il tema dell’efficienza degli edifici e della corretta applicazione della normativa europea risulta quindi più che mai centrale.
Un’opportunità, non solo un obbligo
La lettura remota, però, non è soltanto un obbligo normativo: rappresenta una vera trasformazione strutturale nel modo in cui edifici, utenti e gestori interagiscono con l’energia. Grazie alla digitalizzazione dei contatori e dei ripartitori, i consumi reali diventano disponibili senza necessità di accessi fisici agli appartamenti, eliminando le letture stimate e rendendo le bollette più accurate e comprensibili. Gli utenti possono monitorare mese per mese — come previsto dalla EED — le proprie abitudini di consumo e intervenire rapidamente per correggere gli sprechi.
Per amministratori e gestori energetici, la telelettura riduce attività manuali, errori e costi operativi, semplificando la gestione dei sistemi di riscaldamento e diminuendo il rischio di conguagli difficili da spiegare.
La scadenza del 1° gennaio 2027 segna quindi una svolta decisiva: per la prima volta, la lettura remota diventa lo standard unico e obbligatorio per tutti i dispositivi di contabilizzazione del calore. Non ci saranno più sistemi misti o letture manuali da programmare, ma un modello completamente digitalizzato, in cui i dati di consumo saranno raccolti e trasmessi automaticamente. Questo passaggio garantisce uniformità, trasparenza e continuità operativa, semplificando la gestione degli impianti e rendendo più immediata la comprensione delle proprie spese energetiche.
Per l’Italia, il 2027 rappresenta quindi l’occasione di completare la transizione verso un ecosistema di misurazione moderno e interoperabile, in cui la lettura remota diventa il punto di partenza per edifici più efficienti e per un uso più responsabile dell’energia.
A cura di Matteo Birindelli, Country Manager di QUNDIS in Italia


