Non solo il calo energia, ma anche l’impatto ambientale spinge le aziende a muoversi verso pratiche di sostenibilità efficienti. E, se è vero che contenere i consumi energetici è diventato un imprescindibile modus operandi nella gestione dell’economia domestica, lo è ancor più nel campo industriale e commerciale, in cui i consumi e i relativi costi lievitano in modo vertiginoso. Diversamente da quello che si pensa comunemente, quando si ha a che fare con la produzione del freddo e gli impianti di refrigerazione in genere – che rappresentano una delle spese energetiche più rilevanti – massimizzare l’efficienza energetica non è l’unica strategia efficace per la riduzione dei consumi energetici.
A spiegarlo in maniera approfondita, nel corso di un’intervista recentemente rilasciata, è Pietro Trevisan, General manager di Bitzer Italia, azienda mondiale specializzata nella produzione di compressori, che sono il cuore pulsante degli impianti di refrigerazione.
Il primo passo per impianti di refrigerazione efficienti
“Uso spesso la metafora di una barca che affonda a causa di una falla: è più importante rimuovere l’acqua che entra oppure chiudere immediatamente la falla?”, esordisce Pietro Trevisan, precisando che la prima valutazione da fare per ridurre i consumi negli impianti frigoriferi è analizzare il carico termico e ‘chiudere la falla’ cioè individuare le soluzioni per ridurre le dispersioni termiche e rendere minimo il carico termico stesso, domandandosi quindi, in via preliminare, se la propria utenza sia correttamente isolata e se sia gestita in modo ottimale sotto il profilo del carico termico. Soltanto in seconda battuta, dunque, si può passare alla massimizzazione dell’efficienza energetica della macchina con cui solo il freddo strettamente necessario verrà prodotto.
Investire in tecnologie a risparmio energetico
“Nella riduzione dei consumi energetici bisogna considerare un insieme di aspetti: costi di gestione, costi di manutenzione e possibili investimenti di efficientamento; dal momento che oggi il costo dell’energia è un multiplo di quello registrato qualche mese fa, qualsiasi investimento che riduca il consumo energetico ha un tempo di ritorno estremamente più breve rispetto al passato. Per questo non c’è mai stato prima d’ora un momento in cui fosse più vantaggioso investire in nuove tecnologie a risparmio energetico”. Viviamo un contesto storico problematico e inedito sotto molteplici aspetti ma proprio per questo, ricorda il Direttore Generale, “dietro i problemi possono nascondersi opportunità”, perché proprio questo sarebbe il momento propizio per rinnovare gli impianti più vecchi ed energivori, per ottenere una riduzione dei costi energetici e un minor impatto ambientale.
Come scegliere gli impianti di refrigerazione giusti? Dipende dai casi
“La valutazione della sostenibilità ambientale delle nostre attività è davvero imprescindibile. Dobbiamo tenere sotto controllo il consumo di risorse e l’impatto ecologico”, prosegue Pietro Trevisan. “La scelta degli impianti di refrigerazione può essere fatta tenendo in considerazione sia le emissioni dirette, dovute al possibile rilascio in atmosfera del refrigerante stesso ma che rappresentano molto spesso la quota minore, sia le emissioni indirette, dovute al consumo energetico. Spesso invece ci si limita erroneamente a valutare solo le emissioni dirette, cioè quelle derivanti dalle perdite di refrigerante dagli impianti, con il rischio di impiegare soluzioni più energivore rispetto ad altre più semplici ed efficienti”.
Nessuna formula magica, nessun ingrediente segreto per ottenere una soluzione universalmente valida e più “green” in assoluto, la vera chiave di volta è la valutazione individuale caso per caso.
“La soluzione impiantistica più verde per una specifica installazione”, precisa Pietro Trevisan, “potrebbe non esserlo per un’altra, quindi la tecnologia da impiegare potrebbe fare riferimento ai fluidi HFO così come all’anidride carbonica, all’ammoniaca oppure agli idrocarburi in funzione della dimensione dell’impianto, delle caratteristiche climatiche e soprattutto delle condizioni di lavoro”.
Le linee guida di Blitzer
Nonostante le specificità di ogni singola situazione, che solo un’analisi puntuale può delineare, Pietro Trevisan propone importanti linee guida trasversali per la sostenibilità degli impianti del freddo.
“Si parte dunque dalla riduzione del fabbisogno frigorifero, agendo sui carichi termici e sulle dispersioni tramite un isolamento ottimale ed una conduzione corretta e intelligente dell’impianto stesso. Poi abbiamo la minimizzazione delle potenziali emissioni dirette, scegliendo il refrigerante migliore per la specifica applicazione, controllando la quantità di carica e il GWP – Global Warming Potential o potenziale di effetto serra – del fluido utilizzato. Possiamo poi minimizzare le emissioni indirette scegliendo la soluzione impiantistica che ottimizza il consumo energetico su base annua“.
Sugli impianti esistenti risultano inoltre importanti e utili delle analisi energetiche da effettuare ciclicamente, che consentano di accertare il funzionamento ottimale e aggiornare i componenti più critici, adottando soluzioni moderne che minimizzino i consumi.
“Spesso basta revisionare qualche componente e aggiornare le logiche di regolazione per ottenere un consumo energetico molto inferiore”, precisa il General Manager. “Esistono logiche di intelligenza artificiale che aiutano molto a risparmiare energia e soprattutto a far durare più a lungo componenti e impianti. È molto importante favorire il monitoraggio e controllo dei consumi, anche realizzando impianti strutturalmente semplici, nei quali sia agevole effettuare una buona manutenzione”.