I dati diffusi dagli analisti di Silvi Costruzioni Edili parlano chiaro: «Le grandi città producono l’80% delle emissioni di Co2. Ad inquinare di più sono e megalopoli cinesi ma anche le grandi metropoli europee non scherzano».
Nello studio “Keeping Track of Greenhouse Gas Emission Reduction Progress” della School of Environmental Science and Engineering della Sun Yat-sen University, condotto da Ting Wei, Junliang Wu e Shaoqing Chen, su cui si basano le osservazioni degli analisti di Silvi Costruzioni Edili, in cima al ranking mondiale spiccano Handan con 199 milioni di tonnellate di Co2 immesse in atmosfera ogni anno, Shangai (188 Mt Co2), Suzhou (152 Mt Co2), Dalian (142 Mt Co2) e Pechino (132 Mt Co2).
Come riferito in una nota ufficiale da Gianni Silvi, CEO di Silvi Costruzioni Edili: «La città più inquinante del nostro Continente è invece Mosca, al settimo posto del ranking globale con 114 Mt Co2 immesse in atmosfera ogni anno, seguita da Istanbul con 73 Mt Co2 e Francoforte con 46 Mt Co2».
Seguono nell’elaborazione di Silvi Costruzioni aggiornata a gennaio 2023: San Pietroburgo (43 Mt Co2) Atene (39 Mt Co2), Berlino (28 Mt Co2) e Torino (23 Mt Co2) che è settima in Europa ed al cinquantaduesimo posto della graduatoria mondiale.
La top-12 di Silvi Costruzioni Edili continua poi con Amburgo (20 Mt Co2) Rotterdam (18 Mt Co2), Varsavia (14 Mt Co2), Lione (10 Mt Co2 eq.) e quindi Bologna (8 Mt Co2), che chiude la classifica al dodicesimo posto.
«Il problema delle città in Europa è legato agli edifici che rappresentano una quota pari al 36% delle emissioni di gas climalteranti» puntualizza Silvia Silvi, General Manager della Silvi Costruzioni.
La situazione degli edifici in Italia
Secondo l’azienda specializzata nella progettazione, costruzione, ristrutturazione e manutenzione di fabbricati, includendo immobili sottoposti a tutela delle Belle Arti, con un parco edilizio composto per il 92% da edifici residenziali e per il restante 8% da immobili destinati ad altri usi, in Italia la maggior parte delle proprietà sono vetuste.
D’altra parte gli elevati costi di realizzazione continuano a fare da barriera alla diffusione di tecnologie smart per costituire di fatto edifici intelligenti (Smart Building) e spesso chi affronta queste spese è spinto più dai Bonus edilizi piuttosto che da una reale consapevolezza.
Cosa succederà negli anni a venire?
Secondo gli esperti, tutti gli edifici già esistenti dovranno migliorare le loro prestazioni energetiche.
La “Renovation Wave Strategy” ha, infatti, imposto entro il 2030 tagli consistenti a partire dalla riduzione del 60% delle emissioni climalteranti rispetto al 2015, mentre il piano “REPowerEU” di affrancamento dal gas russo ha di fatto aumentato del 13% il target di efficienza energetica e del 45% la quota da energia rinnovabile dei consumi complessivi al 2030.