Nell’ultimo anno i 5 colossi della tecnologia – Amazon, Apple, Facebook, Google e Microsoft – hanno emesso 125,9 milioni di tonnellate di CO2e. Le loro emissioni hanno superato quelle dell’intero Belgio (125,4), con un aumento delle emissioni totali del 30,8% dal 2018 al 2021.
A dirlo sono i dati del 2° Osservatorio ESG Big Tech in cui Karma Metrix ha analizzato i bilanci di sostenibilità pubblicati da Amazon, Google, Apple, Meta e Microsoft negli ultimi quattro anni. Insieme, queste 5 aziende hanno consumato energia per 75,6 Milioni di MWh, ovvero più di nazioni come Austria, Algeria e Venezuela.
In generale, il consumo di energia delle 5 Big Tech in milioni di MWh è aumentato del 209.5% dal 2018 al 2021 (ultimo anno in cui sono disponibili i bilanci di sostenibilità per tutte).
Non basta piantare alberi per ridurre la CO2e
Analizzando a fondo i report di sostenibilità, emerge come tutti i 5 big della tecnologia (3 dei quali sono leader mondiali del cloud) si stiano impegnando molto per migliorare la loro sostenibilità, ridurre l’impronta carbonica e fronteggiare il cambiamento climatico. Tra le iniziative più gettonate ci sono l’aumento dell’uso di fonti energetiche rinnovabili, la riduzione delle fonti fossili e la ricerca continua di massima efficienza energetica nei data center. Va tenuto presente, infatti, che un sito web produce emissioni sia per le modalità poco efficienti di realizzare pagine web, sia per i combustibili fossili che alimentano data center e dispositivi finali utilizzati dall’utente.
“Per combattere il cambiamento climatico non basta piantare alberi o passare all’auto elettrica: occorre risparmiare energia e ridurre la CO2e anche dalle attività digitali. Con il 60% degli utenti che ignora che l’uso di internet genera emissioni – commenta Ale Agostini, CEO di Karma Metrix – abbiamo il dovere morale di aumentare la consapevolezza misurando l’impatto del digitale e risparmiando. Da qui nasce l’idea dell’osservatorio ESG Big Tech. Le Big Tech, 3 delle quali sono leader mondiali nei servizi di cloud computing, possono e devono fare di più per ridurre la loro impronta carbonica, rendendo più consapevoli aziende e utenti che anche la rete inquina. La crisi climatica avanza rapidamente e ciascuno deve fare la sua parte sin da ora”.